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Confessione

Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.

1 Gv 1, 8

Gesù disse loro: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni.

Lc 24, 46-48

Ottimo 7

Inizieremo dividendo i 7 sacramenti in 3 gruppi.

Sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Cresima, Eucaristia. Sono detti così perché costituiscono l’iniziazione alla vita di fede e di chiesa di coloro che credono in Cristo

Sacramenti di guarigione: Penitenza (guarigione interiore, perdono dei peccati), Unzione dei Malati (per la guarigione fisica e spirituale)

Sacramenti della edificazione della Chiesa: Ordine Sacerdotale (guida pastorale della comunità cristiana) e Matrimonio (edificazione della piccola chiesa domestica che è la famiglia)

Possiamo vedere che il sacramento della confessione appartiene al gruppo dei sacramenti che ci guariscono.

Qualcosa non funziona

Perché vale la pena discutere il tema della confessione? Perché vogliamo scoprire la bellezza di questo sacramento. Come prete, noto che questo è un tesoro da scoprire. Le persone raramente si confessano e difficilmente vivono correttamente l’esperienza di questo sacramento.

Gesù dà potere

Leggendo un brano del Vangelo di San Giovanni, scopriamo che Gesù comunica la potenza dell’assoluzione:

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati” (Gv 20, 19.21-23).

Gesù delegò la sua autorità agli Apostoli e ai suoi successori.

Incontro con il Vincitore

Nel sacramento della penitenza incontriamo Gesù Risorto, il Vincitore. Incontriamoci con Gesù che non si stanca di perdonare (come ci ricorda papa Francesco). Nella confessione, sperimentiamo anche l’amore di Dio che perdona che chiamiamo la misericordia di Dio.

Un bicchiere vuoto e quattro cestini

Per pulire bene la casa, dobbiamo vedere dov’è lo sporco, dove sono le ragnatele, la polvere e il disordine. Dobbiamo vedere la nostra vita come un appartamento. O meglio, un tempio.

Gesù vuole purificare il nostro tempio, che è il nostro corpo.

Per prima cosa dobbiamo vedere cos’è il peccato.

Ricordo che all’età di 23 anni chiesi al mio direttore spirituale: che cos’è il peccato? Rispose che ci sono molte definizioni, che possono essere riassunte in una: mancanza di amore. Il peccato è la mancanza di amore. Possiamo dire che il peccato è la mancanza di luce; é la mancanza che lo rende oscuro.

Quindi in ogni peccato possiamo trovare una certa mancanza di amore. E Gesù nel sacramento della penitenza ha l’opportunità di riempire i nostri bicchieri vuoti.

Vale la pena notare che spesso vediamo con facilità il peccato degli altri, il peccato sistemico. Ad esempio, l’ingiustizia sociale, la violenza, la distruzione ambientale.

È più difficile per noi vedere il nostro peccato individuale. Questo è ciò che Gesù vuole che confessiamo: il nostro peccato individuale.

Prima di tutto, il peccato non è fuori, ma nasce nel nostro cuore:

Gesù diceva: “Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo” (Mc 7, 20-23).

4 cestini possono aiutarci a scoprire i nostri bicchieri vuoti. Li conosci molto bene. Ne parliamo durante la Santa Messa durante l’atto penitenziale: Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni

È nei nostri pensieri, parole, opere e omissioni che possiamo scoprire i nostri peccati.

Vale la pena notare che i peccati hanno il loro peso. Quindi distinguiamo tra peccati gravi (mortali) e veniali. Commettiamo un peccato grave quando ci sono questi  tre elementi: so quello che sto facendo; lo voglio; é molto importante. Quando manca uno qualsiasi di questi 3 elementi, è un peccato veniale.

La preparazione è importante

Possiamo prepararci alla confessione con un esame di coscienza. Propongo qui l’esame di coscienza di San Ignazio di Loyola che consiste nei seguenti passaggi:

  1. Rendere grazie a Dio nostro Signore per i benefici ricevuti.
  2. Chiedere la grazia di conoscere i peccati e di eliminarli.
  3. Chiedere conto all’anima, dall’ora della levata fino al presente esame, di ora in ora o di tempo in tempo, prima dei pensieri, poi delle parole e poi delle opere.
  4. Chiedere perdono a Dio nostro Signore per le mancanze.
  5. Proporre di emendarsi con la sua grazia. Padre nostro.

Possiamo trovare i nostri bicchieri vuoti, ovvero i nostri peccati, tenendo conto: del Decalogo o del comandamento dell’amore (in 3 relazioni: a Dio, alle persone e a noi stessi).

Colpire nel segno

Facciamo ora dei passi specifici che ci aiuteranno a vivere meglio il sacramento della Confessione.

Iniziamo con il segno della croce per ricordarci che incontriamo Dio nella confessione. Poi diciamo quando è avvenuta l’ultima confessione. Diciamo chi siamo (uno sposo, un sacerdote, un consacrato, un vedovo…).

Poi presentiamo i nostri peccati. L’onestà e un cuore aperto sono importanti in questa fase. Possiamo presentare i nostri bicchieri vuoti in 3 relazioni: con Dio, le persone e noi stessi.

Dopo la confessione, siamo invitati a correggere il nostro male. Pertanto, riceviamo simbolicamente la penitenza. Vale anche la pena prendere una decisione breve e specifica dopo la confessione che permetterà all’amore di crescere nella nostra vita.

Ospedale o cena di gala?

Si confessa male chi non si confessa.

Se cominciamo a confessarci più spesso, cambia anche la qualità della confessione. La confessione non è più solo una visita in ospedale, ma diventa un incontro con Gesù a una cena di gala. Pertanto, vale la pena confessarsi, ad esempio una volta al mese, per poter crescere.

Una volta è stata fatta una domanda a Santa Teresa d’Avila: quale confessore è meglio saggio o pio? Rispose saggio, perché il pio può fare più male.

Vale anche la pena cercare confessori permanenti che aiutino ad aprire i nostri cuori all’incontro con il miglior medico: Gesù Cristo.

Domande

  1. Credo che Gesù stia mostrando autorità tramite la confessione?
  2. Com’è la mia confessione di recente?
  3. Conosco i miei bicchieri vuoti – peccati?
  4. Come mi preparo per la confessione?
  5. Come mi confesso?
  6. Quanto spesso mi confesso?
  7. Come cresco nell’amore dopo la confessione?

don Łukasz Tlałka