Vai al contenuto

Chiese e la storia dell’antico organo di Comunanza

  1. Santa Caterina di Alessandria, in stile neoclassico ricostruita nel 1831.
  2. San Francesco, costruita sui resti di un edificio fortificato templare.
  3. Sant’Anna, in stile tardo romanico.
  4. Santa Maria a Terme, realizzata nel IX secolo in arenaria sui resti di un tempio pagano dell’insediamento romano scomparso di Interamnia Poletina Piceni.

Breve storia dell’antico organo monumentale
della Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Comunanza,
preziosa testimonianza sonora del nostro territorio

Lo strumento, trasferito a Comunanza nel 1827, proveniente verosimilmente dalla Basilica di Loreto, è riconosciuto come uno dei più importanti e antichi documenti sonori superstiti, il cui valore risiede proprio in quelle peculiarità tecniche e stilistiche che lo definiscono come un unicum all’interno del patrimonio storico organario italiano ed europeo.

Si tratta, infatti, di un grande strumento monumentale ‘doppio’ – ossia munito di due tastiere – che conserva una stratificazione storica tra le più interessanti e meno convenzionali. Si consideri, per cominciare, la straordinaria estensione dei due manuali: quello superiore, relativo all’organo maggiore, più antico, è dotato di controttava corta e raggiunge in acuto la nota Fa5 per complessivi 62 tasti; quello inferiore, corrispondente al secondo organo, conta 54 tasti.

L’opera, nella sua attuale configurazione, si presenta composta prevalentemente dall’originaria manifattura barocca seicentesca, che l’intervento di restauro ha rivelato come il prodotto dell’unione di due strumenti distinti – uno di maggiori dimensioni (probabilmente in base di 12′) e l’altro minore (di 6′) – tuttavia di fattura omogenea e quindi opera di un medesimo autore ancora anonimo.

Lo studio del materiale ha quindi portato alla luce l’esistenza di ben cinque diverse stratificazioni storiche successive. All’epoca più antica, risalente alla seconda metà del XVI secolo, sono riferibili le canne di cipresso di un Flauto di 4′ di fattura rinascimentale, alla metà del Seicento – in assoluto l’epoca di maggiore rilevanza – appartiene poi la maggior parte del materiale fonico metallico, mentre a circa la metà del Settecento risale l’impostazione dell’organo in base di 8′, con ampliamento dei somieri e delle tastiere.

Al periodo compreso tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima del XIX risalgono gli interventi e le aggiunte riconducibili alla famiglia dei Fedeli di Camerino: Giuseppe, Raffaele, Francesco o Giovanni (o entrambi), Domenico, Ferdinando e Andrea. Al 1858, infine, sono databili le integrazioni effettuate dall’organaro Odoardo Cioccolani di Cingoli: il somiere del pedale, dotato di un Contrabbasso di 16’ e due rinforzi di 8’, un somiere supplementare per il Trombone di 8’, la cosiddetta Banda turca (Gran cassa e Sistro) e un registro di Campanelli.

Un sostanziale elemento di unicità è rappresentato dall’incredibile ricchezza di registri ‘da concerto’ di diversa datazione, che presentano fogge e materiali costruttivi tra i più variegati e originali: Violoncello con tube di legno e di metallo a foggia di ‘gladio’, Tromboncino alla veneta, Corno e Corno da caccia, Trombone, due Flauti in VIII e due in XII, un Flauto traverso di 8′ e la Cornetta in X, il particolarissimo Flauto ‘cornuto’ (a due canne saldate), la Viola di 4′ e il Violino di 8′ e, per finire, accessori come gli Usignoli, la citata Banda turca, i Campanelli e il Tamburo alla pedaliera, che offrono un panorama unico della fantasia costruttiva e della genialità dei maestri organari italiani e marchigiani tra il XVII e il XIX secolo.

Il restauro dello strumento è stato fortemente voluto dalla Sede Locale Archeoclub di Comunanza, che ha portato avanti tutte le pratiche per i contributi, e affiancato tutte le fasi del restauro con tenacia e passione, in accordo con la Confraternita del SS.mo Sacramento, proprietaria del prezioso Organo.

Dal 2015, anno dell’inaugurazione del restauro ad Opera del M° Organaro Michel Formentelli, l’Archeoclub organizza e finanzia concerti con Maestri di fama internazionale, e accompagna con l’animazione musicale le più importanti celebrazioni religiose dell’anno liturgico, con la partecipazione dell’Organista M° Maurizio Maffezzoli da Muccia e il Tenore M° Giovanni Vitelli da Ascoli Piceno.

Per informazioni e visite allo strumento, rivolgersi all’ARCHEOCLUB D’ITALIA SEDE LOCALE DI COMUNANZA, chiamando il numero 333-4540176 (Stefania Cespi, Presidente).