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Storia di Force

Force è un comune italiano di 1 212 abitanti della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche.

Il nome di “Force” lo si vuole far derivare da “forca” per la sua particolare posizione tra le valli dei fiumi Aso, Tesino e Tronto. I primi insediamenti risalgono al V secolo d.C., periodo delle invasioni barbariche, ove viene indicato come luogo sicuro per la sua posizione strategica in cima ad un alto colle e anche rifugio per le popolazioni limitrofe.

Molto importante è stata un tempo la lavorazione del rame, che sembra essere stata radicata localmente dai monaci Farfensi o da tribù zingare, insediatesi nel territorio forcese, che venne colonizzato per un breve periodo da popolazioni albanesi. Il linguaggio che questi artigiani hanno sviluppato è il “Baccaiamento Forcese”, lingua oggi non più parlata, non esistendo praticamente più da tempo i ramai, ovvero gli artigiani del rame.

Il dialetto forcese è una varietà di transizione tra i dialetti piceni meridionali parlati in Provincia di Ascoli Piceno e i dialetti della Provincia di Fermo. Infatti presenta sia caratteristiche dei dialetti della zona ascolana-sambenedettese, sia dei dialetti del fermano. In particolare possiede molte somiglianze con i dialetti della costa, come il sambenedettese, ma le vocali finali sono di tipo fermano (-u, -i, -a, -e). Infatti Force è stato da sempre un paese di confine tra Ascoli e Fermo.

In passato i ramai di Force avevano sviluppato un particolare linguaggio, o meglio un gergo, parlato solo tra chi commerciava il rame. Oggi tale linguaggio, chiamato baccagliamento forcese, non è più parlato. Le etimologie dei termini del baccagliamento sono spesso incerte ed oscure, si pensa forse che siano addirittura di derivazione zingara, poiché i primi ramai erano appunto di origine zingara. Alcuni esempi di parole in baccagliamento forcese sono: li fancose (“le scarpe”), lu frizzu (“il vino”), lu martelliscu (“il cane”), lu moccu (“il naso”), la morfa (“la bocca”), la muscetta (“la pecora”), nìffë (“bello”), lu réfë (“il pane”), lu scorzo (“il vestito”), lu stràbbu (“il piede”), lu straburtu (“il cavallo”), li vrancose (“le mani”).

Monumenti e luoghi d’interesse

Villino Verrucci: particolare costruzione che si trova al di fuori delle mura del paese, fatto erigere dall’architetto Ernesto Verrucci intorno al 1936.
Convento della beata Maria Assunta Pallotta: è la casa natale della beata, dove oggi vi sono le Suore Francescane Missionarie di Maria, ordine al quale apparteneva la beata Assunta Pallotta.